Coppia e famiglia nella società liquida

(Anna Lafranchi – consulente e terapeuta di coppia)

La rivoluzione dei costumi, iniziata nel ’68,  in questi ultimi decenni è andata vieppiù consolidandosi, in un continuo sviluppo dei suoi effetti sulla vita  delle coppie e delle famiglie.

Si è così affermata nel tempo la famiglia “autopoietica”, come la definisce il sociologo P.P. Donati (tendenza a farsi norma da sé stessa liquidando le modalità tradizionali), che ha prodotto diversificazione e frammentazione delle forme familiari, cioè quel fenomeno secondo il quale non si può più parlare di famiglia, ma solo di famiglie.

Le nuove configurazioni familiari, infatti, si sono scostate sempre più dal paradigma della coppia eterosessuale procreativa, unita in un matrimonio destinato a durare per sempre.  Assistiamo da parecchio ormai a una pluralità di forme familiari sempre più distanti dal modello tradizionale. Accanto alla famiglia finalizzata alla riproduzione, sono ormai numericamente rilevanti altre forme di convivenza tra individui finalizzate allo svolgimento delle funzioni di affetto, reciproca cura o semplicemente di condivisione di spazi, tempi e risorse.

L’ ultimo Rapporto sulla famiglia in Italia (2020), del Centro internazionale Studi sulla famiglia (CISF), è stato pubblicato con il significativo titolo “La famiglia nella società post-familiare”, titolo che riassume perfettamente il panorama dell’attuale società, rendendo conto degli sviluppi intercorsi dagli anni 70 in poi.

Gli antichi pilastri della famiglia: matrimonio, coppia e filiazione vengono scissi fra loro, ma anche rivoluzionati al loro interno.

Oggi si può essere coppia senza impegni matrimoniali e anche senza convivere; la coppia può essere ristretta ai due partner o includere altre relazioni; si può essere genitori senza aver generato figli con rapporti naturali, ma mediante l’uso di tecnologie riproduttive, fino al ricorso della gestazione surrogata.

Nel 2017 la sociologa Chiara Saraceno scriveva il libro “L’equivoco famiglia”, mettendo il dito sul convincimento che esista una famiglia naturale, a prescindere da tutte le smentite che provengono dall’antropologia, dalla storia, dai confronti tra paesi. Matrimonio e famiglia sono infatti istituzioni storiche che hanno cambiato contenuto molte volte.    

Attualmente il matrimonio appare sempre più come un progetto a tempo determinato, non più esclusivo delle coppie eterosessuali.  Divorzi, ricomposizioni familiari, convivenze e nuovi legami rientrano nella nostra “società tecno-liquida”, come ora viene definita, in seguito all’avvento di  un’ulteriore rivoluzione: quella digitale.

L’utilizzo delle tecniche di procreazione assistita ha portato la giurisprudenza a doversi occupare anche di nuove realtà familiari, affinché fossero impostati diritti e doveri delle persone che decidono di fare vita comune. Diversi paesi europei che da tempo riconoscono il matrimonio per gli omosessuali hanno già legiferato anche sull’omogenitorialità, in cui campeggia il bene supremo del minore, come vuole la Convenzione sui diritti del fanciullo e la Carta europea dei diritti umani.

Non mancano interrogativi etici, medici, psicologici, sociali e giuridici di fronte a questa trasformazione vertiginosa dell’attuale panorama, soprattutto riguardo le più recenti forme di famiglia. Interrogativi che vanno affrontati e ponderati, perché si tratta di situazioni concrete di uomini, donne e bambini legati tra loro da affetti preziosi che chiedono di essere in ogni modo tutelati. Per una cultura delle relazioni familiari.

In questo contesto di società liquida, i cui i confini di ciò che si intende per famiglia sono ormai molto labili, praticamente inesistenti, è lecito chiedersi: cos’è ancora famiglia?

Famiglia coincide oggi con le persone che ritengono di avere relazioni di affetto, di amicizia intima, un legame affettivo forte, oltre che le relazioni di coppia e filiazione.

 

Nuove sfide per consulenti e mediatori

Nel quadro del consultorio, consulenti e mediatori sono impegnati nell’approfondimento dei temi della società in continuo mutamento e direttamente confrontati con tensioni familiari in cerca di ascolto, confronto, sostegno. Gli utenti chiedono un aiuto nelle loro vicissitudini, nella valutazione di opportunità e rischi riguardo percorsi inediti. L’accoglienza delle loro contraddizioni, ambivalenze tra bisogni e diritti individuali e familiari, è di fondamentale importanza, così come la necessità di approfondimento di singole responsabilità o ripercussioni psicologiche, morali, economiche di scelte proprie o altrui, rispetto alla propria famiglia e ai minori in particolare. 

Si avverte negli utenti anche un’insicurezza nei confronti della rivoluzione digitale che, con l’avvento dei telefonini, ha comportato nuove complessità alle relazioni di coppia e all’educazione dei figli: a esperienze e timori che hanno bisogno di essere considerati e approfonditi va senz’altro data parola.

Offrire agli utenti spazi di apertura nella ricerca di una posizione che dia fiducia - come partner, figlio o genitore - nel corso del ciclo vitale familiare è la sfida di ogni operatore, perché la serenità conquistata nelle relazioni che contano è un valore che travalica una coppia o un nucleo familiare e riverbera sulla comunità intera: prezioso effetto di prevenzione sociale.

(Fonte: Rapporto Annuale 2021 CCF)

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