Percorsi di procreazione Medicalmente Assistita (PMA)
RIFLESSIONI SU ALCUNI ASPETTI PSICOLOGICI NELLA NOSTRA PRATICA CLINICA
(Tanja Robbiani Bucci e Simona Sigismondi, psicologhe ATP/FSP, psicoterapeute FSP e Consulenti Familiari CCF)
Regolarmente, all’interno degli spazi terapeutici, specchi fedeli della società e dei fenomeni che la percorrono, emergono aspetti di novità, che richiamano la nostra attenzione.
I progressi biomedici degli ultimi decenni hanno permesso la messa a punto di svariate tecniche per favorire la procreazione, la cui diffusione ha introdotto nel comune sentire profonde modifiche riguardanti i concetti di coniugalità e genitorialità, sessualità e procreazione, fecondità e fertilità, concepimento e connessione genetica, in particolare ribadendo come ognuno dei termini di questi binomi possa non essere connesso all’altro.
Parallelamente, negli spazi dedicati alla consulenza psicologica, hanno fatto la loro apparizione difficoltà emotive, conflitti e ansie legati a queste tecniche, nonché interrogativi e richieste di buone pratiche pedagogiche per affrontare con i figli nati da PMA il tema delle loro origini.
Qualche dato
Si stima che l’infertilità (definita come l’incapacità di una coppia a concepire un figlio) riguardi il 15% della popolazione mondiale, con un 40% di cause accertate di origine femminile, un 26% di origine maschile, un 18% di coppia e un 16% di origine sconosciuta. Molte coppie infertili decidono di fare ricorso ad una tecnica di PMA. Secondo i dati della Società europea di riproduzione umana e embriologia, in Europa nel 2015, 157’500 bambini sono nati da una PMA.
Per quanto riguarda la Svizzera, gli ultimi dati sono ancora più recenti: secondo l’Ufficio Federale di Statistica, nel 2020, nel paese sono stati intrapresi 6237 percorsi di procreazione medicalmente assistita e, sempre nello stesso anno, 2207 sono i bambini nati da PMA.
l terremoto della diagnosi
Una diagnosi di infertilità agisce come un vero e proprio terremoto su una coppia: è un evento imprevisto nel ciclo di vita, accompagnato da sentimenti di shock, incredulità, diniego, rabbia, disperazione. Mette in discussione la funzione generativa e la progettualità, la coppia e l’individuo, il presente ed il futuro. La coppia si trova ad affrontare un vero e proprio lutto, e si trova in contatto con la dimensione della perdita.
Nella nostra esperienza, al momento di una diagnosi di infertilità, può palesarsi all’interno della coppia il rischio di proiettare la rabbia sul partner sterile (nel caso in cui ve ne sia un* accertat*) e per costui/costei di attribuirsi una colpa e svalutarsi. Possono intervenire forze disunenti e dissonanti e quello che era un progetto di coppia può, a volte, tornare ad essere un progetto individuale (“vai per la tua strada”).
Particolarmente in questa fase, il confronto con altre coppie in procinto di avere un figlio può costituire un’esperienza dolorosa e rinnovare il sentimento di perdita.
Tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita:
1° livello: Inseminazione Intrauterina (IUI)
2° livello: Fecondazione in Vitro (FIVET)
Iniezione Intracitoplasmatica dello Spermatozoo (ICSI)
3° livello: Gamete Intra Falloppian Transfer (GIFT)
Tutte le tecniche che ricorrono ad una terza parte esterna alla coppia per realizzare la procreazione sono dette tecniche eterologhe; la più diffusa di queste è la donazione di gameti (ovodonazione o donazione di sperma).
La gravidanza dopo una PMA
Le reazioni, particolarmente della donna, alla gravidanza dopo un’esperienza di infertilità possono essere di rifiuto-diniego (la donna gravida non segue le prescrizioni mediche e le buone norme che dovrebbero riguardarla) oppure di “ipervigilanza”. In questo secondo caso, la futura madre o il futuro padre vivono la gravidanza come “l’attesa di una perdita”, in uno stato di costante allarme e paura. Ogni minimo sintomo e ogni anomalia fisica vengono interpretati come la minaccia di un aborto, evidenziando scarsa fiducia nella nascita del figlio.
Inoltre, una gravidanza tanto desiderata e attesa, risulta spesso anche molto idealizzata (un’esperienza solo gratificante ed appagante) e questo porta con sé una quota importante di negazione delle relative difficoltà psicologiche.
La scelta della fecondazione eterologa
Di tutte le soluzioni biomediche a disposizione delle coppie infertili, la fecondazione eterologa è l’unica a rappresentare, almeno per un membro della coppia, la rinuncia alla connessione genetica. Prima di prendere questa decisione, i partner dovrebbero confrontarsi e riflettere a fondo sulle sue implicazioni, poiché nel partner sterile, un senso di colpa non elaborato potrebbe portare ad accettare il dono anche in assenza di una convinzione profonda e maturata, per senso di riparazione.
La differenza di patrimonio genetico può attivare paure profonde, meccanismi di difesa importanti, aspetti persecutori e deve essere integrata nella storia familiare. Anche nella nostra pratica clinica, le coppie si vedono confrontate a fantasmi su possibili eredità genetiche nocive, a timori sulla possibilità che il genitore biologico rivendichi la propria genitorialità o il figlio non riconosca come genitore colui/colei che non ha contribuito geneticamente alla procreazione. Le coppie possono inoltre vivere una profonda ambivalenza tra il senso di gratitudine nei confronti del/la donatore/trice e la paura che esso/a diventi una figura ingombrante; il dono di gameti può inoltre portare con sé delle fantasie di tradimento.
Il sostegno psicologico alla coppia che affronta la PMA può aiutare ad allontanare i fantasmi negativi e a riconoscere l’atto del dono che dà origine alla vita come qualcosa di benefico; a tollerare ed integrare, anche attraverso la gratitudine verso il/la donatore/trice, i sentimenti ambivalenti, a gettare uno sguardo positivo sulla differenza di patrimonio genetico e a realizzare che essere genitori ha meno a che fare con il patrimonio genetico che con l’assunzione della responsabilità della crescita dei propri figli, attraverso il processo di adozione psichica.
I neo-genitori devono essere sostenuti in un lavoro emotivo ed intellettuale che permetta loro di acquisire il diritto alla genitorialità, di legittimarsi in quanto genitori (anche in assenza di connessione genetica).
Più di ogni altra scelta di PMA, la scelta di ricorrere alla fecondazione eterologa ha un impatto importante sulle origini del figlio, che dovrà essere messo in contatto con questa verità. La realtà delle origini deve poter essere accolta, elaborata ed integrata nella famiglia.
La rivelazione al figlio delle sue origini è il punto di partenza di un processo (quello della narrazione delle origini) che deve iniziare presto (e proseguire in varie forme compatibili con i progressi cognitivi ed emotivi del bambino) e che svolge un ruolo fondamentale. La creazione di un clima di fiducia e onestà reciproca tra genitori e figlio non potrebbe stabilirsi in presenza di un segreto sulle origini o di una menzogna, e ogni essere umano ha il diritto di apprendere la storia delle proprie origini, tassello importante nella costruzione dell’identità. Proprio perché concorre alla costruzione identitaria, è cruciale che questa rivelazione sia fatta prima delle trasformazioni adolescenziali. Per ragioni più concrete, i figli devono conoscere il loro patrimonio genetico, sia per anticipare o fare fronte ad eventuali malattie ereditarie, sia per tutelarsi rispetto ad eventuali relazioni consanguinee.
Nel corso della crescita di un figlio nato da fecondazione eterologa, è lecito aspettarsi che possa provare curiosità verso il donatore/la donatrice ma anche un sentimento di lealtà nei suoi confronti o il bisogno di esprimergli/le la propria riconoscenza.
Considerata la complessità delle questioni emotive e psicologiche che scaturiscono dai percorsi di PMA, ci sembra essenziale che le coppie coinvolte e, in un secondo tempo, eventualmente anche i loro figli, possano beneficiare di un accompagnamento psicologico.
(Fonte: Rapporto Annuale 2022 CCF)
Bibliografia:Margherita Riccio “La cicogna distratta. Il paradigma sistemico-relazionale nella clinica della sterilità e dell’infertilità di coppia” – ed. Franco Angeli, 2017.Margherita Riccio “La diversità d’origine. Il modello sistemico-relazionale dei nuovi scenari di genitorialità” – ed. Franco Angeli, 2021.Marta Casonato, Margherita Riccio “Nuovi scenari di genitorialità: diventare genitori con le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita” – Seminario del 16 Aprile 2019.Margherita Riccio e Donata Milloni “Sfide delle famiglie contemporanee tra continuità e cambiamento” – Seminario del 28 Maggio 2021.