Famiglia e giustizia

(Lara Trezzini – MLaw e mediatrice FSM presso CCF)

Nel corso dei secoli, la famiglia si è trasformata e si è passati da un sistema familiare patriarcale, dove il padre assolveva al ruolo di capo assoluto, disponendo non solo dei beni materiali, ma anche della moglie e dei figli, verso un sistema egualitario, dove, cioè, potere e autorità sono divisi abbastanza equamente tra marito e moglie.

Una famiglia più democratica dunque, che porta con sé inevitabilmente più confronti e di conseguenza più potenziali conflitti. Se il conflitto ben gestito è fonte di confronto costruttivo e di crescita nella e della relazione, quello mal gestito, porta con sé malessere, dolore e la probabile distruzione delle relazioni.

La gestione del conflitto dovrebbe dunque diventare una priorità per i genitori. È infatti risaputo che ciò che è fattore di rischio per lo sviluppo dei bambini, non è tanto la separazione dei genitori, quanto la persistenza del conflitto genitoriale. Le ricerche hanno dimostrato che la qualità della relazione post-separazione dei genitori costituisce la variabile cruciale nell’adattamento dei figli (Clarke-Steward & Brentano, 2006; Di Stefano, 2014; Ranieri, Molgora, Tamanza & Emery 2016). La capacità di contenere e gestire il conflitto e di tutelare i figli da questo, non solo è un elemento protettivo, ma può essere appresa dai figli come competenza generalizzabile anche in altre situazioni.

Per affrontare divorzi e separazioni in una maniera che sia il meno traumatica possibile, è necessaria una forte collaborazione interdisciplinare fra tutti gli attori coinvolti (avvocati, giudici, autorità di protezione, mediatori, ….). Questo è ciò che auspicava il Consiglio Federale già in un suo rapporto del 2017. Il Consiglio Federale pensava infatti a modi alternativi della gestione del conflitto genitoriale volti a diminuire il conflitto e ristabilire la comunicazione in seno alla famiglia.

Un modo alternativo fra tutti è rappresentato dal modello Cochem. Si tratta di una pratica giuridica sperimentata nell'omonima città tedesca di Cochem e fondata dall'ex giudice di famiglia Jürgen Rudolph.

I 5 assi di intervento del modello Cochem sono: centrare i genitori sull’interesse/bisogno del figlio (ricordare ai genitori che si separano che hanno una responsabilità comune verso i figli); rapidità di intervento per evitare l’escalation del conflitto; mantenimento del legame figlio/genitore; cooperazione ordinata tra genitori e professionisti, sinergia e coerenza tra i diversi professionisti coinvolti.

Da gennaio 2020 il Canton Vallese sta testando il modello del consenso genitoriale nei procedimenti di diritto di famiglia che coinvolgono minori. L'interesse superiore del minore è il parametro che porta i genitori, i tribunali e le autorità di protezione dei distretti di Monthey, Martigny, St-Maurice ed Entremont a collaborare nell’intento di raggiungere un accordo. I genitori separati sono informati sulla mediazione o sull'accompagnamento nella genitorialità congiunta sin dalla prima udienza. Inoltre, sono informati in anticipo, in una serata esplicativa, su cosa significa per un bambino vivere la separazione dei genitori.

Questa pratica rappresenta un cambiamento di paradigma, in quanto giudici, avvocati, mediatori e psicoterapeuti lavorano insieme sui casi. Coordinano i loro interventi, agiscono rapidamente e promuovono la collaborazione interdisciplinare attraverso riunioni mensili, intervisioni, corsi di formazione e strumenti che rendono più facile per le autorità intraprendere azioni appropriate.

La pratica in Vallese può essere così riassunta:

  • Incontro informativo/di sensibilizzazione per i genitori alla presenza di avv., mediatori, psicologi; obbligatorio al fine di poter accedere al modello Cochem. Gratuità

  • Utilizzo di formulari prestampati per presentare le istanze in modo che non ci sia spazio per commenti superflui che potrebbero già innescare o aumentare il conflitto.

  • Citazione all’udienza in tempi brevi (2/4 settimane)

  • Ascolto dei figli da parte del giudice o da chi lui nomina, prima dell’udienza con i genitori.

  • Udienza di conciliazione con genitori, avvocati, ev. ARP, restituzione dell’ascolto, tentativo di accordo. Durata circa 2 ore.

In caso di accordo: ratificazione della convenzione

In caso di disaccordo: misure d’accompagnamento:

  • Mediazione (scopo: organizzare la vita da separati tenendo conto principalmente dei bisogni dei minori, aiuto al ripristino della comunicazione. Se la mediazione è ordinata: 5 incontri sono gratuiti e poi se le persone sono indigenti possono chiedere l’assistenza giudiziaria)

  • Lavoro di co-genitorialità (lavoro terapeutico ed educativo che ha per scopo il rinforzo del ruolo genitoriale in considerazione deli bisogni dei figli: responsabilità genitoriale). Sono istituiti degli ateliers che i genitori seguono in due gruppi diversi. La coppia genitoriale può anche essere seguita individualmente. Se il lavoro di co-genitorialità è ordinato dal tribunale c’è un sostegno finanziario del cantone

  • sicoterapia (valutazione psicologica del sistema familiare. Viene ordinata quando: c’è una rottura o un forte rischio di rottura del legame genitore/figlio; è impossibile pensare alla co-genitorialità; sospetto di conflitto di lealtà nel figlio: problemi psichiatrici conosciuti nei genitori; fallimento delle altre misure). Se la misura ordinata i costi di 7 ore di lavoro sono sostenuti dal Cantone

La durata di queste misure è di 3 mesi. Durante questi 3 mesi sarà in essere un accordo o una decisione provvisionale per regolare la situazione.

Nuova udienza di conciliazione dopo 3 mesi:

in caso di disaccordo:

  • Prolungamento delle misure

  • Decisione (procedura sommaria/semplificata) o scambio degli allegati in procedura ordinaria

La rete interdisciplinare del progetto pilota si ritrova una volta al mese per uno scambio allo scopo di migliorare la pratica.

Dopo tre anni di progetto pilota, il canton Vallese ha constatato i seguenti risultati:

  • Utilizzo quasi sistematico delle richieste su formulari prestampati da parte degli avvocati;

  • I genitori che si vogliono separare hanno accesso al corso di sensibilizzazione (2 incontri organizzati al mese previa iscrizione);

  • Aumento degli accordi trovati in mediazione (il 50% delle mediazioni continua dopo i primi 5 incontri);

  • Diminuzione dei ricorsi al tribunale cantonale;

  • Diminuzione delle richieste di inchieste sociali;

  • Cambiamento della pratica delle inchieste sociali: le inchieste mirate vanno concluse entro 2/3 settimane e vi è una restituzione orale all’udienza;

  • Osservazione e partecipazione del ministero pubblico alle udienze di rete, permettendo così una comunicazione diretta sui casi dove i mandati convergono.

 

Un progetto pilota, basato sul modello del consenso genitoriale, è stato lanciato anche dallo Stato di Vaud nei distretti di Aigle, Lavaux-Oron e Riviera-Pays-d'Enhaut, a partire dal 1° gennaio 2023.

Altri progetti multidisciplinari e simili a Cochem sono stati messi in atto in altri cantoni come Basilea -città, Ginevra e Berna.

Nel Canton Ticino, a seguito di diverse mozioni parlamentari, in giugno 2023 è stato istituito un gruppo di lavoro il cui scopo, tra altri, è quello di approfondire il modello Cochem e proporre modalità per attivare un progetto pilota coerente con i medesimi principi, adatto alla realtà ticinese, che definisca in particolare le autorità e gli enti coinvolti, la metodologia, le tempistiche e i costi, entro il 31 dicembre 2024.

I Consultori familiari sul territorio potranno essere grandi attori in questo progetto. Consideranto che all’interno dei Consultori lavorano mediatori/ mediatrici, consulenti genitoriali, psicologi/psicologhe, le autorità e i giudici potranno appoggiarsi alle competenze delle/dei professioniste/i per le misure di accompagnamento nei casi in cui non fosse trovato un accordo tra i genitori durante l’udienza di conciliazione.

Una sana e fitta collaborazione tra autorità, tribunali, avvocati, mediatori, consulenti e psicologi porta già ora ad una limitazione del conflitto familiare e dovrebbe essere incrementata nell’ottica della protezione del minore anche in modo indipendente rispetto al futuro progetto pilota Cochem per il Canton Ticino.

(Fonte: Rapporto Annuale 2023 CCF)

 

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