Il valore simbolico e relazionale del denaro in un processo di mediazione familiare
Valeria Fassi
Psicologa, psicoterapeuta, mediatrice familiare. Docente nel corso di mediazione familiare al Centro Milanese di Terapia della Famiglia, CMTF, Milano.
LA MIA ESPERIENZA NEL SERVIZIO PUBBLICO DEI CONSULTORI DI MILANO
Ho iniziato a lavorare nei servizi pubblici dell’area milanese nel 1975, e dal 1981 fino al 2007 ho operato in un consultorio della periferia sud-ovest di Milano all’interno di una rete di 20 consultori cittadini. In questo contesto, insieme a un gruppo di colleghe e colleghi, nel 1990 ho dato vita a un Centro di Terapia Familiare e, pochi anni dopo, a un centro di Mediazione Familiare.
L’APPROCCIO SISTEMICO RELAZIONALE
All’inizio degli anni Settanta ho avuto la grande fortuna di incontrare la professoressa Mara Selvini Palazzoli, che all’epoca lavorava con il gruppo di Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata all’introduzione in Italia dell’approccio sistemico relazionale[1]. Quando Luigi Boscolo e Gianfranco Cecchin hanno aperto la scuola di psicoterapia in via Leopardi a Milano, mi sono subito iscritta. L’approccio sistemico relazionale ha quindi impostato tutto il mio lavoro con le coppie e le famiglie.
Non è questo il contesto in cui specificare la grande complessità dell’approccio sistemico e della sua evoluzione durante questi anni. Vorrei solo evidenziarne due caratteristiche che sono state alla base della chiave di lettura con cui ho riconsiderato il rapporto tra le relazioni economiche e quelle affettive nella coppia e nella famiglia.
Il primo elemento significativo è il concetto di sistema. Il sistema è un insieme di elementi tali per cui la modifica di un elemento modifica tutta la struttura delle relazioni. Questo è visibile in tutti gli organismi, dall’atomo al sistema solare. L’approccio sistemico relazionale ha evidenziato come la famiglia sia un sistema naturale che ha una storia con continui cambiamenti (nascite, morti, separazioni, divorzi, malattie, ecc.).
L’altro punto fondamentale per il mio approccio è stato la lettura del libro Pragmatica della comunicazione umana di Paul Watzlawick[2]. Gli autori hanno messo in evidenza come la comunicazione può essere studiata, oltre che dal punto di vista della semantica e della grammatica, anche dal punto di vista della pragmatica, ovvero non solo dal punto di vista del significato o della struttura, ma anche dagli effetti che la comunicazione umana ha sui comportamenti e sui vissuti.
LA MEDIAZIONE FAMILIARE GLOBALE E IL PROBLEMA DEL DENARO
All’inizio degli anni Novanta, quando la struttura dei Servizi milanesi si stava arricchendo di servizi specifici, tra i quali i Centri di terapia familiare, ci è stata offerta la possibilità di frequentare un corso di mediazione familiare globale organizzato da Costanza Marzotto e successivamente supervisionato, dopo i due anni iniziali, da Annie Babu, Aldo Morrone e Anna Mattia. Proprio questi docenti ci hanno indotti a occuparci anche delle questioni economiche e patrimoniali all’interno della mediazione familiare contemplata per separazioni e divorzi.
Il nostro gruppo di operatori dei Consultori era costituito da psicologhe, psicologi e assistenti sociali che non si erano mai occupati di questioni economiche nell’ambito delle psicoterapie o dei colloqui con l’utenza. Eravamo tutti molto perplessi e pensavamo di non avere competenze sufficienti per gestire le questioni economiche. Ma le motivazioni addotte dai nostri docenti, cioè il pericolo che buoni accordi sulle relazioni genitoriali potessero essere invalidati da litigi feroci in tribunale per problemi economici, ci hanno spinto a sperimentare questo approccio.
Inizialmente ci sembrava un capitolo separato dagli altri e pensavamo di dover dedicare qualche seduta a questi argomenti come se fossero una cosa a sé. Ben presto ci siamo accorti che le questioni economiche e le relazioni affettive erano strettamente intrecciate. Ricordo che una delle prime frasi che mi aveva colpito molto nelle mediazioni è stata quella di un marito, che nella discussione sulla destinazione della casa coniugale, disse: «Sei stata tu a volere la separazione, quindi non ti darò mai la casa». Mi aveva colpito la connessione tra la prima proposizione «Sei stata tu a volere la separazione», che fa riferimento a una relazione affettiva interrotta a causa della decisione unilaterale del partner, e la seconda proposizione: «Non ti darò mai la casa», che fa riferimento al fatto che due persone avevano una casa insieme e uno dei due non voleva più darla all’altro.
UNA LETTURA SISTEMICA DELLE RELAZIONI AFFETTIVE E ECONOMICHE NELLA COPPIA E NELLA SEPARAZIONE
In quel momento ho avuto istintivamente l’impressione che ci fosse una sovrapposizione di due livelli del problema che erano mischiati e mi è venuta quindi spontanea una domanda per differenziarli. Ho chiesto al marito: «Ma se invece di essere la signora a chiedere la separazione fosse stato lei, che differenza ci sarebbe?». La risposta è stata immediata: «Allora sarebbe tutto diverso. Lascerei la casa a lei».
Questa risposta ha dato luogo a due considerazioni. Da un lato mostra con evidenza come la casa sia caricata di un valore simbolico che fa riferimento a un ideale di amore costruito insieme e che si è frantumato a causa della decisione univoca di uno dei due partner. Dall’altro lato è evidente come si sono intrecciati due tipi di problematiche che non hanno nulla a che vedere tra loro.
Nei primi casi di mediazione familiare ho avuto modo di riscontrare più volte la stessa problematica. Inoltre, poiché avevo dato vita a un Centro di terapia familiare collegato alla rete dei Consultori, ho iniziato a incuriosirmi sulle relazioni economiche all’interno della coppia e della famiglia e questo mi ha portato a fare qualche domanda in più anche nei colloqui di psicoterapia e consultazione quando emergevano problematiche complesse, anche economiche, che interferivano con le relazioni affettive.
COPPIA E DENARO
A quel punto ho iniziato a fare ricerche per capire come la psicologia si fosse occupata del tema del denaro e ho scoperto che la psicologia si era occupata poco di questo argomento e, quando l’aveva fatto, aveva posto l’interesse prevalentemente sul significato simbolico del denaro.
Nella concezione psicanalitica, il denaro viene considerato come intrinsecamente sporco. Per Freud le origini dell’attrazione per il denaro risalgono alla fase anale: il denaro costituisce l'equivalente simbolico delle feci. Per altro l'associazione del denaro alle feci attraversa i secoli. Gli Egizi imprimevano lo scarabeo stercorario sulle prime monete. Lutero fu il primo a stigmatizzare il denaro come sterco del demonio. Questo vissuto del denaro come cosa sporca può, in parte, spiegare il pudore e il riserbo con cui se ne parla. Dopo il sesso, il denaro è rimasto l'ultimo tabù. Si parla più facilmente di sesso che di soldi. Ci si vergogna di dire quanto si guadagna o quanto si risparmia, ma anche di quanto ci si indebita.
Per quanto riguarda le coppie, i beni comuni e l'acquisto della casa coniugale sono caricati di un grande valore simbolico, collegato all'investimento affettivo e ai progetti di vita futura. È indispensabile però tenere sempre presente la rilevanza che il denaro ha nella coppia anche a livello di comportamenti e agiti (acting out).
La nostra società rileva l’importanza del denaro, soprattutto in questo drammatico tempo di crisi, ma compie una scissione, come se ci fossero due territori non comunicanti. Ci sono le esperte, o esperti, dell’economia e della finanza, per cui il linguaggio degli affetti sembra sconosciuto; e le esperte, o esperti, di relazioni affettive, per cui l’argomento denaro conta poco e viene subito rimandato altrove.
Nella coppia sussiste invece il mito dell’amore romantico, un ideale di relazione pura: «Quando si ama non si conta! » che induce la scissione della relazione affettiva dalla relazione economica e la negazione dell’importanza del denaro, visto come una cosa sporca. I partner pensano: «I soldi non mi interessano! Ciò che conta è l’amore! Quando c’è l’amore c’è tutto». Resiste insomma il concetto «Due cuori e una capanna». È proprio così?
Se esaminiamo il percorso di una coppia durante il ciclo di vita, all’inizio è molto diffusa la scissione tra amore e denaro: in amore non si conta. L’amore romantico non può essere sporcato con banali discorsi di soldi. Con il matrimonio, la convivenza, l’acquisto della casa, il denaro entra da protagonista nella coppia, ma spesso la prevalenza dell’importanza che si dà all’amore impedisce di notare aspetti che, se l’amore non ci fosse, potrebbero essere visti come problematici: «Paghiamo metà per uno ma la casa è intestata solo a un partner per motivi fiscali», oppure: «Paga uno solo, ma la casa è intestata a tutti e due perché ci amiamo», oppure ancora i genitori di uno dei due partner pagano parte o tutta la casa e la intestano al figlio o alla figlia, ma chiarendo che: «Finché viviamo la proprietà reale è nostra», mantenendo così sottili legami di controllo e potere nella nuova famiglia costituita, e così via.
Un altro concetto importante è quello di maltrattamento economico, che è elencato nelle varie forme di maltrattamento, ma raramente è preso in seria considerazione. In realtà gli indicatori di rischio iniziali sono molto sottili: uno dei due tiene il controllo dei conti, mentre l’altro non se ne occupa affatto, ma ci sono situazioni in cui uno priva l’altro di piccole o grandi cose nella quotidianità, fino ad arrivare a gravi danneggiamenti economici, con distruzione di patrimoni e perdita della casa.
Una lettura sistemica della coppia e della famiglia permette invece di rilevare che, oltre agli aspetti relazionali e affettivi, all’interno dei nuclei sono altrettanto presenti importanti legami di sangue, di sesso e… di denaro.
Infatti, nelle separazioni conflittuali, quando l’amore non c’è più, il denaro diventa spesso arma di ricatto e di vendetta e coinvolge anche le figlie, o figli. La mediatrice, o mediatore, familiare deve per prima cosa avere la capacità di rilevare il problema, mettere in connessione l’aspetto economico con gli altri elementi della relazione e acquisire la capacità di valutare quando questo è da considerarsi una componente rilevante in una patologia della relazione. Per esempio, in alcune coppie il messaggio verbale esplicito è: per noi conta solo l’amore, ma i comportamenti e le scelte economiche mostrano che per uno dei due il valore prioritario è il denaro. Ci sono, infatti, situazioni di disagio che potremmo definire di doppio legame psico-economico quando, all’interno di una relazione di coppia disfunzionante, il messaggio verbale di uno dei due è: «Conta solo l’amore!», mentre i messaggi non verbali, i comportamenti e le scelte economiche mostrano che la cosa più importante è il denaro.
Ripensando a quello che avevo imparato dalla teoria dei sistemi, ho ripreso il concetto del sistema uomo. Il corpo umano è costituito da una serie di sottosistemi: sistema osseo, sistema arterioso, sistema venoso, sistema respiratorio, ecc. Ognuno di questi sottosistemi ha una sua autonomia e canali protetti: ad esempio il sistema arterioso e il sistema venoso sono separati e indipendenti, ma interconnessi attraverso un altro sistema di capillari e venule che permette lo scambio di nutrienti e scorie. Infatti, in un sistema vivente tutti i sottosistemi sono interconnessi con un continuo passaggio di materia, energia e informazioni che permettono al corpo umano di sopravvivere e crescere.
Inoltre, quando si presenta un problema fisico, è possibile analizzare virtualmente un sottosistema per verificarne la sua integrità. Ad esempio, se rompo un osso, posso fare una radiografia. Questa metterà in evidenza le mie ossa, che sono comunque all’interno di tutto il corpo umano. Ugualmente posso fare un’arteriografia che visualizza le arterie. Quindi un bravo medico di pronto soccorso è in grado di fare una diagnosi e stabilire poi una terapia in base alla rilevanza del danno prioritario, sapendo che il corpo umano è un insieme unico. Ad esempio, la decisione se operare o no un osso fratturato dipende dalla valutazione del sistema cardiocircolatorio e dei rischi connessi. Questa metafora mi è servita per trasferire il concetto del sistema e dei sottosistemi del corpo umano al sistema familiare visto come corpo familiare. Il corpo familiare è, infatti, costituito da relazioni di sangue, relazioni affettive e anche relazioni economiche, poiché nella nostra società non è possibile che una famiglia viva senza instaurare delle relazioni economiche. Questo significa che il denaro circola nelle famiglie anche quando non se ne parla.
LA COSTITUZIONE DELLA COPPIA
Quando due persone si mettono insieme per formare una famiglia, instaurano fra loro un patto coniugale. C'è un patto esplicito, cioè gli accordi che le persone chiariscono quando iniziano il loro rapporto e un patto implicito, ciò che non viene detto e di cui le persone sono spesso inconsapevoli. Spesso si affrontano apertamente i grandi temi: «Compriamo la casa o andiamo in affitto? Apriamo un mutuo? A chi intestiamo la casa? Teniamo due conti correnti? Optiamo per la separazione dei beni? «. Invece, i micro-comportamenti della vita quotidiana sono spesso impliciti e mutuati dalle famiglie d’origine per somiglianza o per differenza.
Nel ciclo di vita della famiglia, la coppia si stacca dalle famiglie d’origine fino a formare una famiglia autonoma con legami saldi. Ma questo non avviene subito: la costruzione del noi è un processo lungo e faticoso.
I primi canali dove è evidente la priorità (noi due) sono quello affettivo e quello sessuale. Per quanto riguarda le decisioni economiche importanti, per lungo tempo ognuno mantiene un legame prevalente (noi) con la propria famiglia d’origine.
C’è dunque un noi di coppia per quanto riguarda sesso, sentimenti, interessi. Per le questioni economiche il noi è a lungo collegato alla famiglia d’origine e in tempi di crisi questa dipendenza tende a prolungarsi.
In una coppia ben funzionante il noi è valido anche sul canale economico e viene deciso insieme come regolare le distanze: «Come ci relazioniamo con la mia famiglia che vuole aiutarci? E con la tua che non ha questa possibilità?».
MODALITÀ DI INTERVENTO E TIPOLOGIE DI DOMANDE
Una buona mediazione familiare deve dunque aiutare la coppia a visualizzare separatamente il canale affettivo da quello economico (come in una radiografia si visualizzano le ossa e in un’arteriografia si visualizzano le arterie), evidenziando la differenza tra il canale dell’amore che si è interrotto e il canale del denaro, con l’obiettivo di trovare un nuovo modo di funzionamento, per il benessere dei figli.
È inoltre opportuno far comprendere che i due canali hanno tempi di scorrimento diversi: la confusione e la sovrapposizione allungano i tempi della sofferenza e protraggono la soluzione dei problemi pratici, soprattutto nelle separazioni altamente conflittuali. L’escalation di rabbia, dolore e frustrazione porta spesso a non vedere vie d’uscita, con conseguenze a volte drammatiche. I tempi dell’elaborazione del lutto per la perdita di un amore sono diversi da quelli delle soluzioni economiche ma, con la separazione dei canali una soluzione economica equa può sempre essere trovata in tempi relativamente brevi, se le persone riescono a far prevalere l’amore per le figlie, o figli, rispetto all’interesse per il conflitto.
L’obiettivo è aiutare le persone a riconnettere le varie componenti della vita e rivalutare le priorità, ma anche aiutarle a uscire da gabbie, a volte buie, a volte dorate. Gli strumenti a disposizione della mediatrice, o mediatore, familiare, sono l’uso della metafora e delle domande per differenza. La metafora può essere ad esempio la separazione dei sottosistemi del corpo umano in un sistema globale comunque interconnesso.
Le domande circolari per differenza, come ad esempio: «Se non ci fosse amore? Se non ci fossero i soldi? Se non ci fossero i genitori? Se invece di essere lei a decidere la separazione fosse stato lui, che differenza ci sarebbe? Se invece di essere una coppia con amore e tradimento, foste due soci in affari che devono sciogliere la società, che soluzioni potreste trovare?», consentono di separare virtualmente il canale della relazione economica da quello della relazione affettiva e la visualizzazione permette di trovare nuove soluzioni. ([3])
[1] Milan approach Mara Selvini Palazzoli, Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata hanno introdotto in Italia la terapia sistemica.[2] Paul Watzlawick, J. H. Beavin, D. D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio, 1978.[3] Bibliografia: Clara Coria – Il denaro nella coppia, Editori Riuniti, 1994./ Cloé Madanes – The secret meaning of money, John Wiley & Sons Inc, 1998./ Bernard Prieur, Sophie Guillou – L’argent dans le couple, Albin Michel, 2008./ Nicole Prieur – Petits règlements de comptes en famille, Albin Michel, 2009 ; La famille, l'argent, l'amour, Albin Michel, 2016.